Inizio la recensione con una premessa, perché Atlas Obscura non è soltanto il libro di cui vi parlerò a breve, è soprattutto un sito imperdibile se come me siete appassionati di storie e di viaggi.

In principio fu il sito
“In an age where everything seems to have been explored and there is nothing new to be found, we celebrate a different way of looking at the world. If you’re searching for miniature cities, glass flowers, books bound in human skin, gigantic flaming holes in the ground, bone churches, balancing pagodas, or homes built entirely out of paper, the Atlas Obscura is where you’ll find them.”
Atlas Obscura nasce nel 2009, dall’idea dei fondatori Joshua Foer e Dylan Thuras di creare una sorta di catalogo di tutti i posti, le persone e le cose che ispirano il nostro senso di meraviglia.
Da allora ne hanno fatta di strada: il team di sviluppo si è allargato tantissimo, centinaia di persone contribuiscono quotidianamente (basta registrarsi e sottoporre il proprio articolo al team editoriale) e quest’anno hanno creato, per la gioia di tutti gli amanti dei libri, il loro “best of” in versione cartacea.
Se non lo conoscevate già, vi consiglio di seguirli su Facebook: nel marasma di cazzate, foto inutili, link improbabili, citazioni filosofiche e altre cose di cui non vi frega assolutamente nulla, i post di Atlas Obscura sono una boccata d’aria fresca, e vi faranno scoprire qualcosa di nuovo ogni giorno.

Atlas Obscura è tutto ciò che non ti aspetti
Il libro è diviso in sezioni, una per continente, e all’interno troverete tutti i paesi, raggruppati per area geografica.
Nonostante la premessa, Atlas Obscura non è una guida di viaggio, e spesso e volentieri segnala cose che non sono affatto visitabili.
Una cosa che mi piacerebbe capire è il criterio di selezione dei posti per paese, tenendo conto del vastissimo corrispettivo online, e che sulle prime può sembrare un po’ bizzarro.
D’altra parte, quel microscopico briciolo residuo di orgoglio nazionale spinge a domandarsi che problemi abbia uno per dedicare all’Italia poco più del doppio delle pagine riservate alla Corea del Nord.
Ma Atlas Obscura è bello così, con luoghi che non ti aspetti, luoghi che a ben pensarci non visiteresti neanche in un milione di anni (onestamente, devo proprio vedere la tomba di una povera disgraziata dichiarata morta per errore, sepolta ancora viva e crepata nella tomba di arresto cardiaco?), ma con storie particolari e affascinanti, belle da leggere.

Belle da scoprire giorno per giorno, sfogliando casualmente le quasi 500 pagine e lasciandoci catturare dalle fotografie e dalle illustrazioni che accompagnano quasi tutti i luoghi segnalati.

Compralo!
Atlas Obscura è disponibile qui, altrimenti potete scomodare i vostri amici esteri (grazie Isis, grazie Matteo) affinché ve lo procurino tramite il buon vecchio Amazon.
“Wonder can be found wherever we are open to searching for it.”

1 commento su “Atlas Obscura: il catalogo delle meraviglie”